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mantenere l'ordine, saccheggiavano Mosca o salvavano la roba loro dal saccheggio.   
   Per la questione religiosa, il metodo - basato sulle visite alle moschee - che in Egitto aveva dato così buoni risultati, qui non portò nessun frutto. Due o tre preti, tutti quelli, cioè, che si poterono trovare a Mosca, tentarono di eseguire i voleri di Napoleone, ma uno di essi fu schiaffeggiato da un soldato francese durante una funzione e, a proposito di un altro, un funzionario francese fece il seguente rapporto: «Le prêtre, que j'avais découvert et invité à recommencer à dire messe, a nettoyé et fermé l'église. Cette nuit on est venu de nouveau à enfoncer les portes, casser les cadenas, déchirer les livres et commettre d'autres désordres.»   
   Dal punto di vista del commercio, nessuna risposta seguì al proclama rivolto ai laboriosi artigiani e a tutti i contadini. Laboriosi artigiani in città non se ne trovavano, e i contadini, da parte loro, catturavano i commissari che si spingevano troppo lontano a diffondere il proclama nelle campagne, e li uccidevano.   
   Circa il divertimento e le distrazioni da offrire al popolo e all'esercito mediante i teatri, la cosa non ebbe miglior successo. I teatri istituiti al Cremlino e nella casa Poznjakov vennero subito chiusi, giacché gli attori e le attrici erano stati rapinati.   
   Neanche la beneficenza arrecò gli effetti desiderati. Mosca era piena di assegnati, falsi e non falsi, e ormai nessuno più vi attribuiva valore. I francesi, intenti ad accrescere il loro bottino, volevano soltanto l'oro. E non solo non avevano nessun valore le banconote false che così graziosamente Napoleone distribuiva agli infelici, ma persino l'argento veniva ceduto a un prezzo più basso del suo valore rispetto all'oro.   

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