quelle irripetibili, intense e gioiose sensazioni, e soprattutto di quella completa tranquillità di spirito, di quell'assoluta libertà interiore, che solo in quel tempo aveva sperimentato.
Quando il primo giorno, alzatosi all'alba, era uscito dalla baracca e aveva visto dapprima le cupole scure e le croci del Monastero di Novodevièij, la brinata sull'erba polverosa, la cima dei Monti dei Passeri e la ripa boscosa che si snodava lungo il fiume e si perdeva nel viola della lontananza; quando aveva avvertito il contatto dell'aria fresca e udito i rumori delle cornacchie che volavano via da Mosca passando sopra il campo; e quando poi, a un tratto, c'era stato uno sprazzo di luce da oriente e l'orlo del sole era trionfalmente emerso al di sopra di una nuvola, e le croci, e la brina, e la lontananza, e il fiume, tutto si era messo a risuonare nella luce gioconda, Pierre aveva avvertito, allora, una sensazione nuova, mai provata prima, di gioia e di energia vitale.
Una sensazione che non soltanto non l'aveva più abbandonato per tutto il tempo della prigionia, ma, al contrario, era andata crescendo dentro di lui a mano a mano che aumentavano le difficoltà della sua situazione.
Quella sensazione d'esser pronto a tutto, di poter contare su una grande energia morale, era tanto più forte in Pierre a causa dell'alta opinione che, subito dopo il suo arrivo nella baracca, i compagni s'erano fatta di lui. La sua conoscenza delle lingue, la stima che gli dimostravano i francesi, la sua semplicità, la facilità con cui dava tutto ciò che gli chiedevano (riceveva tre rubli alla settimana, come gli ufficiali), la sua forza, di cui aveva dato prova ai soldati piantando con le mani alcuni chiodi nelle pareti della baracca, la mitezza che mostrava nel trattare i compagni, la sua capacità, per loro incomprensibile, di starsene seduto immobile senza far niente, a riflettere; tutto questo lo