Indice   [800x750]    Website Info


una cintura di spago, si avvicinò al malato e s'accovacciò sui calcagni accanto a lui.   
   «Ma che hai, Sokolòv? Non se ne vanno mica tutti... Qui hanno un ospedale. Forse te la passerai meglio di noi,» disse Pierre.   
   «Oh, Signore! Sono morto! Oh, Signore!» gemette forte il soldato.   
   «Vado a chiederlo ancora,» disse Pierre, e alzandosi s'avviò verso la porta della baracca.   
   Mentre Pierre si avvicinava alla porta, arrivò da fuori, insieme a due soldati, quel caporale che, il giorno prima, aveva offerto a Pierre la sua pipa. Sia il caporale che i soldati erano in assetto di marcia: avevano lo zaino sulle spalle e il sottogola del chepì abbassato, cosa che rendeva assai diversa dal solito la loro fisionomia.   
   Il caporale stava andando verso la porta per chiuderla, secondo l'ordine del comandante. Prima di partire, bisognava contare i prigionieri.   
   «Caporal, que fera-t-on du malade?...» cominciò Pierre; ma, mentre diceva questo, gli venne il dubbio se fosse quello il caporale a lui noto, oppure un altro che non conosceva, a tal punto, in quel momento, il caporale appariva mutato. Inoltre, proprio mentre Pierre stava parlando, da due parti s'udì d'improvviso rullare il tamburo. Alle parole di Pierre il caporale si accigliò e, con un'imprecazione inafferrabile, richiuse di scatto la porta. Nella baracca si fece quasi buio; i tamburi, fuori, continuavano a rullare, soffocando i gemiti del malato.   
   «Eccola!... Ancora lei!» si disse Pierre, e un brivido gli corse per la schiena.   
   Nel mutato viso del caporale, nel suono della sua voce, nel rullare eccitante e assordante dei tamburi, Pierre aveva riconosciuto quella forza

Questo capitolo in: Inglese Francese Tedesco Avanti