stendere piani di battaglia, o a galoppare alla testa di reggimenti, o a lanciare croci di guerra sulle batterie, e cose del genere; che era ritenuto da tutti un uomo indeciso e poco perspicace; quello stesso Dochturov che però durante tutte le guerre dei russi con i francesi, da Austerlitz fino al 1813, troviamo sempre ai posti di comando ovunque la situazione si faccia difficile. Ad Austerlitz rimane per ultimo sulla diga di Auhest a radunare i reggimenti, a salvare il salvabile, mentre tutto è in fuga e in rovina e in retroguardia non si trova nemmeno un generale. Malato e in preda alla febbre, si reca con ventimila uomini a Smolensk a difendere la città contro tutto l'esercito di Napoleone. A Smolensk, ha appena preso sonno presso Malachovskie Voroty, quando lo desta nel parossismo della febbre il cannoneggiamento della città, e Smolensk resiste per un'intera giornata. Nella battaglia di Borodino, quando Bagration viene ucciso e le truppe del nostro fianco sinistro sono massacrate nella proporzione di nove a uno e tutta la potenza dell'artiglieria francese è diretta in quel punto, non si manda nessun altro, ma proprio l'indeciso e poco perspicace Dochturov, e Kutuzov si affretta a correggere il proprio errore perché era già sul punto di scegliere un altro. E il piccolo tranquillo Dochturov va laggiù e Borodino diventa la maggior gloria dell'esercito russo. E sono molti gli eroi che vengono esaltati in versi e in prosa, ma di Dochturov non si fa quasi parola.
È ancora Dochturov che viene mandato laggiù a Fominskoe e, di là, a Malo-Jaroslavec, nel posto dell'ultima battaglia con i francesi e da cui principia in modo evidente la loro disfatta, e di nuovo sono molti i geni e gli eroi che ci sono descritti in questo periodo della campagna, ma di Dochturov non si fa parola, o se ne parla assai poco e in modo molto