«Come sarebbe a dire, "eccellenza"? Eccellenza! Eccellenza! A che serve questa "eccellenza" nessuno lo sa.»
«Eccellenza, si tratta di Dolochov; è stato degradato...» disse piano il capitano.
«Degradato a cosa? A feldmaresciallo o a soldato? E se è un soldato, deve andare vestito come tutti gli altri, secondo il regolamento.»
«Eccellenza, l'avete autorizzato voi stesso in marcia.»
«Autorizzato? L'ho autorizzato io? Sempre uguali voi giovani,» disse il comandante del reggimento sbollendo un poco. «L'ho autorizzato io? Vi si dice una cosa e subito voi...»
Il comandante tacque per un momento.
«Vi si dice una cosa e subito voi... E con questo?» disse poi, arrabbiandosi di nuovo. «Fate il favore di vestire gli uomini come si deve...»
E il comandante del reggimento, voltandosi a guardare l'aiutante, si diresse con la sua andatura a scatti verso le file. Si vedeva che quella collera era piaciuta soprattutto a lui e che, passando davanti al reggimento, voleva trovare qualche altro pretesto all'irritazione. Dopo aver strapazzato un ufficiale a causa d'una mostrina che non era pulita a dovere e un altro per il difettoso allineamento, si avvicinò alla terza compagnia.
«Come ti tieni, tu? Dov'è il piede? Il piede dov'è?» si mise a gridare con una nota di strazio nella voce, quando ancora cinque uomini lo separavano da Dolochov che indossava un cappotto turchino.
Dolochov raddrizzò lentamente la gamba piegata e guardò dritto in faccia il generale con il suo sguardo luminoso e sfrontato.
«Perché hai un cappotto turchino? Via... Sergente! Cambiagli