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l'uniforme... canagl...» ma non riuscì a finire.   
   «Generale, io sono tenuto a eseguire gli ordini, ma non a sopportare...» disse in fretta Dolochov.   
   «Quando si sta in fila, non si parla!... Non si parla, non si parla!...»   
   «Non sono tenuto a sopportare ingiurie,» finì Dolochov con voce alta e sonora.   
   Gli occhi del generale e quelli del soldato s'incontrarono. Il generale tacque, tirando rabbiosamente in giù la sua fascia troppo tesa.   
   «Fate il favore di cambiarvi,» disse, allontanandosi.   
   

   Capitolo II   

   
   «Arriva!» gridò in quell'istante una sentinella.   
   Il comandante del reggimento diventò rosso, corse al suo cavallo, con mani tremanti s'aggrappò alla staffa, s'inerpicò in sella, si assestò, sguainò la sciabola, e con un'espressione radiosa e decisa, la bocca spalancata di sbieco, si accinse a gridare un comando. Il reggimento si scosse tutto, come un uccello che si rimpiuma, e restò immobile.   
   «At-tenti!» gridò il comandante con una voce che spaccava l'anima, giuliva per sé, severa nei confronti del reggimento, affabile per il superiore che stava avvicinandosi.   
   Sul largo stradone alberato di terra battuta, rumoreggiando un poco con le molle, avanzava a trotto serrato un'alta carrozza viennese a sei cavalli verniciata d'azzurro. Dietro la carrozza cavalcavano il seguito e una scorta di croati. Accanto a Kutuzov sedeva un generale austriaco che indossava un'uniforme bianca, strana fra le nere uniformi russe. La

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