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male, ma solo «grand» e «non grand». Grand č il bene, non grand il male. Grand č, secondo loro, la connotazione di certi esseri speciali che essi chiamano eroi. E Napoleone che avvolto in una calda pelliccia fugge verso casa, piantando in asso uomini che non solo sono i suoi compagni ma (secondo quanto egli pensa) uomini che lui stesso ha condotto lą, sente que c'est grand e la sua anima č tranquilla.   
   «Du sublime (egli vede in se stesso qualcosa di sublime) au ridicule il n'y a qu'un pas,» egli dice. E tutto il mondo per cinquant'anni a ripetere: «Sublime! Grand! Napoleon le grand! Du sublime au ridicule il n'y a qu'un pas.»   
   E a nessuno passa per la testa che ammettere una grandezza alla quale non sia applicabile la misura del bene e del male non vuol dire altro che confessare la propria nullitą e la propria incommensurabile piccolezza.   
   Per noi, con la misura del bene e del male dataci da Cristo, non esiste nulla di incommensurabile, e non c'č grandezza lą dove non c'č semplicitą, bene e veritą.   
   

   Capitolo XIX   

   
   Esiste un russo che leggendo le descrizioni dell'ultimo periodo della campagna del 1812, non abbia provato un penoso senso di insoddisfazione e di poca chiarezza? Chi non si č posto la domanda: come mai non hanno catturato, annientato tutti i francesi quando tutti e tre gli eserciti li avevano circondati con forze preponderanti, quando i francesi in rotta, affamati e assiderati, si arrendevano in massa e quando (come ci racconta la storia) lo scopo dei russi consisteva nel fermare, tagliar fuori e far prigionieri tutti i francesi?   

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