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inaspettatamente ebbe un singhiozzo, dato che era evidentemente in preda a una forte emozione.   
   

   Capitolo VII   

   
   L'8 novembre, ultimo giorno dei combattimenti di Krasnoe, quando le truppe arrivarono al luogo di pernottamento, imbruniva già. La giornata era stata tranquilla, gelida, con una neve rada e leggera, e verso sera il cielo si rasserenò. Attraverso i fiocchi di neve si scorgeva un cielo stellato di un nero violaceo e il gelo prese a mordere di più.   
   Il reggimento dei moschettieri, che aveva lasciato Tarutino con tremila uomini e ora ne contava solo novecento fu uno dei primi ad arrivare al luogo stabilito per il pernottamento, un villaggio sulla strada maestra. I furieri comunicarono che tutte le isbe erano già occupate da francesi malati o morti, da soldati della cavalleria e da comandi militari. Restava libera soltanto una isba per il comandante del reggimento.   
   Il comandante del reggimento vi si diresse a cavallo. Il reggimento attraversò il villaggio e dispose a fascio i fucili presso le ultime isbe sulla strada.   
   Come un enorme animale dalle molte membra, il reggimento si accinse a prepararsi tana e cibo. Una parte dei soldati si sparpagliò, con la neve che arrivava fino al ginocchio, in un bosco di betulle sulla destra del villaggio; e subito nel bosco si udì il rumore delle asce, delle daghe, lo schianto dei rami che si spezzavano e un allegro vocio; un'altra parte si dava da fare intorno al centro dei carriaggi e dei cavalli riuniti in gruppo, tirando fuori marmitte, gallette e dando da mangiare ai cavalli; una terza parte si sparpagliò nel villaggio, a preparare gli alloggi per

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