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   Quando Kutuzov uscì dal gabinetto di Sua Maestà e con il suo passo pesante e ondeggiante attraversò a testa bassa il salone, una voce lo fermò.   
   «Altezza serenissima,» disse qualcuno.   
   Kutuzov alzò la testa e fissò a lungo negli occhi il conte Tolstoj fermo davanti a lui con un piccolo oggetto su un piatto d'argento. Kutuzov sembrava non capire che cosa volessero da lui.   
   A un tratto parve ricordare; un sorriso appena percettibile balenò sulla sua faccia grassoccia ed egli, con un inchino profondo e rispettoso, prese l'oggetto dal piatto. Era la croce di San Giorgio di primo grado.   
   

   Capitolo XI   

   
   Il giorno dopo il feldmaresciallo offrì un pranzo e un ballo, che l'imperatore onorò della sua presenza. Kutuzov era stato insignito dell'ordine di San Giorgio di primo grado; il sovrano lo trattava con grande deferenza, ma tutti sapevano che era scontento di lui. Si rispettavano le convenienze e l'imperatore era il primo a dare l'esempio, ma tutti sapevano che il vecchio era sotto accusa e non era buono a nulla. Quando al ballo, Kutuzov, secondo una vecchia abitudine dei tempi di Caterina, nel momento in cui l'imperatore faceva il suo ingresso nel salone, ordinò di deporre ai suoi piedi le bandiere conquistate al nemico, l'imperatore ebbe un moto di fastidio e pronunciò alcune parole. Qualcuno credette di udire: «Vecchio commediante.»   
   Il malcontento dell'imperatore nei confronti di Kutuzov aumentò ulteriormente a Vilno soprattutto perché Kutuzov chiaramente non voleva o non poteva comprendere il significato dell'imminente campagna.   

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