una cittą che vive in modo organico e regolare, con le sue varie funzioni di commercio, artigianato, lusso, amministrazione statale, religione. Erano forme prive di vita, ma esistevano ancora. C'erano mercati, botteghe, negozi, magazzini, depositi, la maggior parte con tanto di merci; c'erano fabbriche, laboratori artigiani, c'erano palazzi case di ricchi, colme di oggetti di lusso; c'erano ospedali, prigioni, uffici pubblici, chiese, cattedrali. Quanto pił a lungo rimanevano i francesi, tanto pił si distruggevano queste forme della vita cittadina e alla fine tutto si confuse in un solo, indivisibile, inanimato campo di saccheggio.
Quanto pił si protraeva il saccheggio dei francesi, tanto pił distruggeva la ricchezza di Mosca e le forze dei saccheggiatori. Il saccheggio dei russi, con cui era iniziata l'occupazione della cittą da parte dei russi, quanto pił si protraeva, tanto pił ripristinava la ricchezza di Mosca e la vita normale della cittą.
Oltre ai saccheggiatori, come il sangue al cuore, affluiva a Mosca la gente pił eterogenea, attirata dalla curiositą o da doveri d'ufficio o dal calcolo - padroni di casa, clero, funzionari, mercanti, artigiani.
Gią dopo una settimana i contadini, che arrivavano con carri vuoti per portar via roba venivano fermati dalle autoritą e obbligati a portare i cadaveri fuori dalla cittą. Altri contadini, avendo sentito parlare della malasorte dei compagni, arrivavano in cittą con grano, avena, fieno, facendo scendere i prezzi con la loro concorrenza a un livello inferiore a quello di prima. Arteli di falegnami, sperando in forti guadagni, arrivavano ogni giorno a Mosca e ovunque si costruivano nuove case e si riparavano le vecchie rovinate dagli incendi. I mercanti esercitavano il commercio in baracche. Nelle case semidistrutte si aprivano bettole e locande. Il clero riprendeva le funzioni in molte chiese che non erano