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bruciate. Donatori portavano cose sacre che erano state rubate. I funzionari sistemavano i loro tavoli foderati di panno e gli armadi gremiti di carte in piccole stanze. Le massime autorità e la polizia si occupavano della distribuzione dei beni lasciati dai francesi. I proprietari delle case in cui si era accumulata molta roba portata da altre case si lamentavano ritenendo ingiusto che tutti gli oggetti dovessero essere portati alla Granovitaja Palata, altri sostenevano che i francesi avevano concentrato gli oggetti in un unico luogo e che era perciò ingiusto dare al padrone di quella tal casa gli oggetti che erano stati trovati a casa sua. Imprecavano contro la polizia, la corrompevano, decuplicavano i danni causati dagli incendi a beni di proprietà dello stato, pretendevano sussidi. Il conte Rastopèin scriveva i suoi proclami.   
   

   Capitolo XV   

   
   Alla fine di gennaio Pierre arrivò a Mosca e si stabilì in un'ala della sua casa rimasta intatta. Si recò dal conte Rastopèin, da alcuni conoscenti che avevano fatto ritorno a Mosca e dopo due giorni si preparava a partire per Pietroburgo. Tutti festeggiavano la vittoria; la vita ferveva nella capitale che incominciava a rinascere. Tutti erano contenti di vedere Pierre, lo subissavano di inviti e gli facevano domande su quello che aveva visto. Pierre si sentiva particolarmente ben disposto verso tutte le persone che incontrava, ma ora, istintivamente, stava in guardia in modo da non legarsi in nessun modo. A tutte le domande che gli venivano rivolte, importanti o assolutamente insignificanti: ove si sarebbe stabilito? Avrebbe ricostruito le sue case? Quando sarebbe andato a Pietroburgo? Avrebbe accettato di portar là certe cassettine?,

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