Nataša lo guardava, e in risposta alle parole di Pierre, gli occhi si spalancarono ancora di più e le brillarono.
«Che cosa si può dire o pensare per consolarsi? disse Pierre. «Nulla. Perché doveva morire un ragazzo così caro, così pieno di vita?»
«Sì, di questi tempi sarebbe difficile vivere senza la fede...» disse la principessina Mar'ja.
«Sì, sì, è la pura verità,» disse in fretta Pierre.
«Perché?» domandò Nataša, fissandolo negli occhi.
«Come perché?» esclamò la principessina Mar'ja. «Il solo pensiero di ciò che ci aspetta di là...»
Nataša senza ascoltarla fino in fondo, guardò di nuovo Pierre con aria interrogativa.
«E anche perché,» proseguì Pierre, «solo chi crede in un Dio che ci guida può sopportare una perdita come la sua e... la vostra,» concluse.
Nataša aveva già aperto la bocca per dire qualcosa ma all'ultimo momento si trattenne. Pierre subito distolse lo sguardo da lei e si rivolse di nuovo alla principessina chiedendole degli ultimi giorni di vita del suo amico. Ora il turbamento di Pierre era quasi scomparso, ma sentiva che era anche scomparsa tutta la sua libertà di prima. Sentiva che su ogni sua parola e azione pesava un giudizio che gli premeva di più di quello di tutti gli uomini messi insieme. Ora mentre parlava pensava all'impressione che le sue parole avrebbero fatto su Nataša. Non diceva appositamente ciò che poteva piacerle, ma qualunque cosa dicesse si giudicava dal punto di vista di lei.
La principessina Mar'ja, come sempre succede, cominciò a parlare con una certa pena delle condizioni in cui aveva trovato il principe Andrej. Ma le domande di Pierre, il suo sguardo animato e febbrile, il suo volto