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   «Sì,» disse la principessina Mar'ja. «È molto migliorato.»   
   «E quella giacchetta corta, e i capelli corti; ma sì, pare proprio uscito da un bagno... Il babbo qualche volta...»   
   «Capisco come lui (il principe Andrej) gli volesse particolarmente bene,» disse la principessina Mar'ja.   
   «Sì, ed è molto diverso da lui. Si dice che gli uomini siano amici quando sono completamente diversi. Deve essere vero. Non è vero che non gli assomiglia proprio in niente?»   
   «È vero, ed è meraviglioso.»   
   «Bene, addio,» rispose Nataša.   
   E quel sorriso birichino, come dimentico di sé, rimase a lungo sul suo volto.   
   

   Capitolo XVIII   

   
   Quella notte Pierre rimase sveglio a lungo; passeggiava avanti e indietro per la stanza, ora accigliandosi, indugiando su un pensiero difficile, ora all'improvviso stringendosi nelle spalle e rabbrividendo, ora sorridendo felice.   
   Pensava al principe Andrej, a Nataša, al loro amore, e ora provava gelosia del loro passato, ora si rimproverava, ora si perdonava per questo. Alle sei del mattino camminava ancora per la stanza.   
   «Insomma, che posso farci se non ne posso fare a meno? Si vede che così deve essere,» disse tra sé e spogliatosi in fretta, andò a letto, felice e agitato, ma senza più dubbi o indecisioni.   
   «Per quanto strana, per quanto impossibile sia una felicità del genere, bisogna fare di tutto per diventare marito e moglie,» si disse.   

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