ne penserà? No, in seguito, in un altro momento.»
A colazione Pierre comunicò alla principessina che la sera prima era stato dalla principessina Mar'ja e vi aveva trovato... figuratevi chi? Nataša Rostova.
La principessina finse di non vedere in quella notizia niente di straordinario, come se Pierre avesse visto Anna Semënovna.
«La conoscete?» domandò Pierre.
«Ho visto la principessina,» rispose. «Ho sentito dire che è promessa al giovane Rostov. Sarebbe un'ottima cosa per i Rostov: si dice che siano completamente rovinati.»
.«Ma la Rostova la conoscete?»
«Ho sentito a suo tempo parlare di quella storia. Veramente spiacevole.»
«No, o non capisce o finge,» pensò Pierre. «Sarà meglio non parlarne neanche a lei.»
Anche la principessina aveva preparato delle provviste per il viaggio di Pierre.
«Come sono buoni tutti,» pensò Pierre, «ad occuparsi di tutte queste cose ora che non ci sono più per loro motivi d'interesse. E tante attenzioni proprio per me, è una cosa straordinaria.»
In quello stesso giorno si recò da Pierre un commissario di polizia a proporgli di mandare una persona di fiducia alla Granovitaja Palata in modo da ritirare gli oggetti che in quel giorno venivano distribuiti ai proprietari.
«Ecco, anche quest'uomo,» pensò Pierre guardando il volto del commissario, «che bell'ufficiale, e com'è buono! Si occupa adesso di simili sciocchezze. E poi dicono che è disonesto e se ne approfitta. Che