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giacca corta e i capelli corti, da quel momento nella sua anima si era risvegliato qualcosa di occulto, di ignoto a lei stessa.   
   Tutto: il volto, l'andatura, lo sguardo, la voce, tutto in lei era improvvisamente mutato. Un'energia vitale che stupiva lei per prima, confuse speranze di felicità erano tornate ad affiorare e chiedevano di essere soddisfatte. Fin dalla prima sera Nataša parve aver dimenticato tutto quello che le era successo. Da allora non si lamentò più, neanche una volta, della sua situazione, non disse più una sola parola sul passato e non ebbe più paura di fare lieti progetti sul futuro. Parlava poco di Pierre, ma quando la principessina Mar'ja lo nominava, una luce da tanto tempo spenta le splendeva negli occhi e le labbra si increspavano in uno strano sorriso.   
   Il mutamento avvenuto in Nataša aveva in un primo tempo stupito la principessina Mar'ja, ma quando ne comprese il significato, quel mutamento l'aveva amareggiata. «Amava dunque così poco mio fratello da poterlo dimenticare così in fretta?» si chiedeva la principessina Mar'ja quando rifletteva su quel mutamento. Ma quando era con Nataša, non era irritata con lei e non la rimproverava. L'energia vitale che si era ridestata in Nataša era così irresistibile, così inaspettata anche per lei, che in sua presenza sentiva di non avere il diritto di rimproverarla neppure nell'intimo.   
   Nataša si era abbandonata con tale pienezza e sincerità al nuovo sentimento, che non cercava nemmeno di nascondere che ora non si sentiva più triste, ma piena di gioia e di allegria.   
   Quando, dopo quella spiegazione notturna con Pierre, la principessina Mar'ja era rientrata nella sua stanza, Nataša la aspettava sulla soglia.   
   «Ti ha parlato? Sì? Ti ha parlato?» ripeteva.   

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