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raggruppamento militare di tale grandezza da essere in grado di resistere all'urto con il raggruppamento militare dell'oriente; 2) che rinunciassero a tutte le tradizioni e le consuetudini preesistenti; 3) che, compiendo il loro movimento, avessero alla loro testa un uomo che potesse giustificare - per sé e per loro - gli inganni, i saccheggi e gli omicidi che avrebbero avuto luogo durante quel movimento.   
   E a partire dalla rivoluzione francese, si distrugge il vecchio raggruppamento, non sufficientemente grande; si distruggono le vecchie consuetudini e tradizioni; gradualmente si elabora un gruppo di nuove dimensioni, nuove consuetudini e tradizioni, e si prepara l'uomo che dovrà mettersi alla testa del futuro movimento e addossarsi tutta la responsabilità di quanto deve accadere.   
   Un uomo senza convinzioni, senza consuetudini, senza tradizioni, senza nome, e che non è neppure francese, grazie ai casi più strani si fa avanti fra i partiti che dilacerano la Francia e, senza aderire ad alcuno di essi, sale a un posto di rilievo.   
   L'ignoranza dei colleghi, la debolezza e la nullità degli avversari, la capacità di mentire e la limitatezza brillante e soddisfatta di sé di quest'uomo lo portano al comando dell'esercito. Lo splendido organico dei soldati dell'armata d'Italia, la scarsa volontà di battersi da parte dei nemici, la temerarietà fanciullesca e la sicurezza di sé, gli procurano la gloria militare. Dappertutto lo accompagna un'innumerevole quantità di cosiddetti casi fortuiti. La disgrazia in cui cade presso i governanti francesi si risolve a suo vantaggio. I suoi tentativi di cambiare il cammino che gli è predestinato non riescono: non lo accettano al servizio militare in Russia e non riesce ad ottenere la destinazione in Turchia. Durante la campagna d'Italia si trova varie volte sull'orlo della rovina e

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