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situazione - la morte della madre - non gli balenò mai in mente. Non desiderava nulla, non sperava in nulla; e nel profondo dell'anima provava una cupa e severa voluttà nel sopportare con rassegnazione la situazione. Cercava di evitare i conoscenti di un tempo, la loro commiserazione e le avvilenti e offensive offerte d'aiuto, evitava ogni distrazione e ogni divertimento, persino a casa non si occupava di nulla se non di giocare a carte con sua madre, passeggiare in silenzio per la stanza e fumare una pipa dopo l'altra. Pareva custodire con cura quel suo stato d'animo tetro, nel quale solo si sentiva in grado di sopportare la sua situazione.   
   

   Capitolo VI   

   
   Al principio dell'inverno la principessina Mar'ja arrivò a Mosca. Dalle voci che circolavano in città venne a sapere della situazione dei Rostov e di come «il figlio si sacrificava per la madre», come si diceva in città.   
   «Non mi aspettavo altro da lui,» si disse la principessina Mar'ja, sentendo in sé la gioiosa conferma del suo amore per lui. Ricordando i rapporti d'amicizia e quasi di parentela con tutta la famiglia, ritenne suo dovere andare a trovarli. Ma ricordando però i suoi rapporti con Nikolaj a Voronez, ne aveva anche paura. Ma facendosi forza, alcune settimane dopo il suo arrivo in città andò dai Rostov.   
   Nikolaj fu il primo a riceverla, dato che per andare dalla contessa bisognava passare per la sua stanza. Al primo sguardo che le diede, il viso di Nikolaj, anziché esprimere la gioia che la principessina Mar'ja si aspettava, assunse un'espressione di freddezza, di asciuttezza e di orgoglio, per lei assolutamente nuova. Si informò della sua salute, la accompagnò dalla madre e dopo essersi trattenuto cinque minuti, uscì dalla

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