stanza.
Quando la principessina lasciò la contessa, Nikolaj le si fece di nuovo incontro e la accompagnò in modo particolarmente solenne e altero fino all'anticamera. Non rispose neanche una parola alle sue osservazioni sulla salute della contessa. «A voi che importa? Lasciatemi in pace,» diceva il suo sguardo.
«Che cos'ha da andare tanto in giro per le case altrui? Cosa cerca? Non le posso soffrire queste signorine con tutte le loro smancerie!» disse ad alta voce in presenza di Sonja, evidentemente incapace di frenare il proprio disappunto, dopo che la carrozza della principessina si era allontanata dalla casa.
«Ah, come si può parlare così, Nicolas,» disse Sonja, dissimulando a fatica la sua gioia. «È così buona, e maman le vuole tanto bene.»
Nikolaj non rispose e avrebbe desiderato non parlare più della principessina. Ma la vecchia contessa dopo quella visita parlava di lei quasi tutti i giorni.
La contessa la lodava, esigeva che il figlio contraccambiasse la visita, esprimeva il desiderio di vederla più spesso, ma nello stesso tempo diventava di cattivo umore ogni volta che parlava di lei.
Nikolaj si sforzava di tacere quando la madre parlava della principessina, ma il suo silenzio irritava la contessa.
«È una ragazza davvero eccellente,» diceva, «e tu devi andarla a trovare. Almeno vedrai qualcuno, a star qui sempre con noi finisce che ti annoi.»
«Ma io non ne ho assolutamente voglia, mammina.»
«Un tempo volevi vederla e ora non vuoi più. Davvero, mio caro, non riesco a capirti. Ora ti annoi, ora, tutt'a un tratto, non vuoi vedere