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nessuno.»   
   «Ma io non ho detto che mi annoio.»   
   «Come no, sei stato tu a dire che non vuoi vederla. È una ragazza ricca di qualità che ti è sempre piaciuta; e ora tutto ad un tratto, sembri infastidito, chissà perché. Mi si nasconde sempre tutto.»   
   «Ma niente affatto, mammina.»   
   «Se ti chiedessi di fare qualcosa di spiacevole, ma ti chiedo solo di restituire una visita. Anche la cortesia lo esige... Te l'ho chiesto e ora non dirò più niente, dato che hai dei segreti per tua madre.»   
   «Ma ci andrò, se proprio volete.»   
   «Per me è indifferente, è per te che lo desidero.»   
   Nikolaj sospirava mordendosi i baffi e disponeva sul tavolo le carte da gioco, cercando di spostare l'attenzione della madre su un altro argomento.   
   L'indomani, e il giorno dopo e quello ancora successivo la contessa ritornò sullo stesso discorso.   
   Dopo la sua visita ai Rostov e l'inattesa fredda accoglienza riservatale da Nikolaj, la principessina Mar'ja riconobbe tra sé che aveva avuto ragione nel non voler andare per prima dai Rostov.   
   «Non mi aspettavo niente di diverso,» si diceva, chiamando in aiuto il proprio orgoglio. «Non ho nulla da spartire con lui, volevo solo vedere quella povera vecchia che è sempre stata buona con me e verso la quale ho tanti obblighi...»   
   Ma questi ragionamenti non riuscivano a tranquillizzarla e quando ricordava la sua visita era tormentata da un sentimento che rassomigliava a un rimorso. Benché avesse fermamente deciso di non andare più dai Rostov e di dimenticare tutto questo, si sentiva continuamente come in una

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