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questo veniva accolto dagli altri, involontariamente, con ben poca gratitudine.   
   La palazzina di Lysye Gory era stata ricostruita, ma non più su quel tono che aveva avuto all'epoca del defunto principe.   
   La costruzione, iniziata in un periodo di ristrettezze, era di un'assoluta semplicità. L'immensa casa, sulle vecchie fondamenta di pietra, ora era di legno, intonacata solo all'interno. La grande spaziosa dimora con il pavimento di legno grezzo, era ammobiliata in modo semplicissimo con divani e poltrone, tavoli e sedie fatti con betulle della tenuta da falegnami propri. Non mancavano però le stanze per la servitù e appartamenti per gli ospiti. I parenti dei Rostov e dei Bolkonskij venivano a volte a soggiornare a Lysye Gory al gran completo, con le loro famiglie, sedici cavalli, decine di servitori, e si fermavano per mesi. Inoltre, quattro volte all'anno, per gli onomastici e i compleanni dei padroni di casa vi affluivano, per un giorno o due, fine a cento invitati. Per il resto dell'anno, la vita vi scorreva con un ritmo assolutamente regolare con le solite occupazioni, i tè, le colazioni, i pranzi, le cene basati sulle provviste domestiche.   
   

   Capitolo IX   

   
   Era la vigilia del giorno di San Nicola d'inverno, il 5 dicembre 1820. Quell'anno Nataša con i bambini e il marito era ospite del fratello fin dal principio dell'autunno. Pierre era a Pietroburgo, dove era andato per certi suoi affari particolari, come aveva detto, contando di trattenersi per tre settimane. Ne erano ormai passate sette e lo si aspettava da un momento all'altro.   

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