Pierre non perdonava a nessuno il misticismo). Cerca soltanto la tranquillità, ma la tranquillità gliela possono dare solo quelle persone sans foi ni loi che stroncano e opprimono a tutto andare: Magnickij, Arakèeev e tutti quanti... Sarai d'accordo che se tu non ti occupassi personalmente della tua azienda e volessi soltanto la tranquillità, quanto più spietato fosse il tuo fattore, tanto più facilmente raggiungeresti lo scopo?» chiese rivolgendosi a Nikolaj.
«D'accordo, ma cosa vuoi dire con questo?» disse Nikolaj.
«Bene, intanto tutto va in malora. Nei tribunali si ruba, nell'esercito non c'è che il bastone: passo di parata e deportazioni, si tortura il popolo, si soffoca la cultura. Tutto quello che è giovane e onesto viene annientato! Tutti vedono che non si può più andare avanti così. La corda è troppo tesa e inevitabilmente si spezzerà,» diceva Pierre (come, da quando esistono i governi, dice da sempre la gente esaminando l'operato di qualsiasi governo). «A Pietroburgo io ho detto loro una sola cosa.»
«A chi?» domandò Denisov.
«Su, voi lo sapete a chi,» disse Pierre guardando di sottecchi in modo significativo, «al principe Fëdor e a tutti loro. Favorire la cultura e la beneficenza è un'ottima cosa, naturalmente. Lo scopo è bellissimo e tutto quello che volete, ma nelle circostanze attuali ci vuole qualcos'altro.»
A questo punto Nikolaj si accorse della presenza del nipote. Si aggrondò e gli si avvicinò.
«E tu cosa ci fai qui?»
«Perché no? Lascialo stare,» disse Pierre, prendendo Nikolaj per un braccio, e proseguì: «Questo non basta più, ho detto loro; ora occorre dell'altro. Quando ve ne state passivi ad aspettare che da un momento all'altro questa corda troppo tesa si spezzi, quando tutti aspettano