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   PARTE SECONDA Capitolo I   

   
   L'oggetto della storia è la vita dei popoli e dell'umanità. Cogliere in modo immediato ed esprimere a parole, descrivere la vita non tanto dell'umanità ma di un popolo singolo, appare impossibile.   
   Tutti gli storici antichi usarono un unico metodo per descrivere e cogliere la vita di un popolo, che apparentemente è inafferrabile. Descrissero l'attività di singoli uomini che erano a capo di quel popolo e questa attività esemplificava per loro l'attività dell'intero popolo.   
   Alle domande in che modo singoli uomini potessero costringere i popoli ad agire secondo la loro volontà e da che cosa fosse a sua volta guidata la volontà di questi uomini, gli antichi rispondevano così: alla prima domanda, ammettendo una volontà divina che assoggettava i popoli alla volontà di un uomo eletto; e alla seconda domanda ammettendo che quella stessa divinità dirigesse la volontà dell'eletto a una meta predestinata.   
   Questi problemi venivano perciò risolti dagli antichi con la fede nell'intervento diretto della divinità alle opere e alle imprese del genere umano.   
   La storia moderna ha respinto nella sua teoria entrambe queste posizioni.   
   Sembrerebbe che, respinta la credenza degli antichi nella sottomissione degli uomini alla divinità e in un fine prestabilito, verso il quale sarebbero guidati i popoli, la storia moderna si sarebbe dovuta occupare non delle manifestazioni del potere, ma delle cause che lo rendono possibile. Ma questo non è avvenuto. Respinte in teoria le concezioni degli storici antichi, nella pratica continua a seguirle.   
   Al posto di uomini dotati di potere divino e direttamente guidati dalla

Questo capitolo in: Inglese Francese Avanti