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attività. Se noi abbiamo una lunga serie di esperienze, se la nostra osservazione è costantemente rivolta alla ricerca dei rapporti di causa ed effetto nelle azioni umane, le azioni degli uomini ci appariranno tanto più necessarie e tanto meno libere quanto più sicuramente noi colleghiamo gli effetti con le cause. Se le azioni considerate sono semplici e noi abbiamo avuto la possibilità di osservare un'enorme quantità di azioni del genere, la nostra idea della loro necessità sarà ancora più piena. L'atto disonesto del figlio di un padre disonesto; la cattiva condotta di una donna capitata in un certo ambiente, il ritorno all'ubriachezza di un uomo che è stato un alcoolizzato, e così via, sono azioni che tanto meno ci appaiono libere quanto più ce ne risulta comprensibile la causa. Se poi l'uomo di cui esaminiamo l'azione si trova al più basso livello dello sviluppo mentale, come un bambino, un pazzo, un idiota, conoscendo le cause dell'azione e la elementarità del carattere e della mente, noi vediamo già una parte così grande di necessità e così poca libertà, che non appena ci è nota la causa che deve produrre l'atto, possiamo già prevederlo.   
   Solo su questi tre punti si fondano i concetti delle circostanze attenuanti la colpa e della non imputabilità dei delitti, che esistono in tutte le legislazioni. L'imputabilità appare minore o maggiore a seconda della maggiore o minore conoscenza delle circostanze in cui si trovava la persona la cui azione è sottoposta a giudizio, secondo il maggiore o minore intervallo di tempo intercorso fra il momento in cui l'azione è stata compiuta e il momento in cui viene giudicata e secondo la maggiore o minore comprensione delle cause dell'azione.   
   

   Capitolo X   


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