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   Capitolo XI   

   
   La storia esamina le manifestazioni della libertà dell'uomo in connessione con il mondo esterno, nel tempo e nella dipendenza dalle cause, definisce cioè questa libertà con le leggi della ragione; e perciò la storia è una scienza solo in quanto questa libertà è definita da queste leggi.   
   Per la storia, il riconoscimento della libertà degli uomini come una forza che può influire sugli avvenimenti storici, cioè come una forza non soggetta a leggi, è la stessa cosa che per l'astronomia il riconoscimento della libera forza di movimento delle forze celesti.   
   Questo riconoscimento distrugge la possibilità dell'esistenza delle leggi, cioè di qualsiasi conoscenza. Se esiste anche un solo corpo che si muove liberamente, non esistono più le leggi di Keplero e di Newton e non esiste più nessuna rappresentazione del movimento dei corpi celesti. Se esiste una sola azione libera dell'uomo, non esiste alcuna legge storica e alcuna concezione degli eventi storici.   
   Per la storia esistono linee di movimento delle volontà umane, un'estremità delle quali si nasconde nell'ignoto, mentre all'altra estremità si muove nello spazio, nel tempo e in dipendenza dalle cause la coscienza della libertà che hanno gli uomini nel presente.   
   Quanto più si apre davanti ai nostri occhi questo spettacolo del movimento, tanto più evidenti sono le leggi di questo movimento. Cogliere e definire queste leggi è il compito della storia.   
   Dal punto di vista da cui la scienza storica considera attualmente il suo oggetto, per la via che essa segue, nella ricerca delle cause dei fenomeni nel libero arbitrio degli uomini, formulare delle leggi per la

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