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   «In marcia! In marcia! Dategli una bottiglia per questa notizia. Ma come hai fatto a capitare qui?»   
   «M'hanno rispedito al reggimento, a causa di quell'accidente, sì, per via di Mack. È stato un generale austriaco che s'è lagnato. M'ero congratulato con lui per l'arrivo di Mack... E tu che hai, Rostov, che sembri uscito da un bagno turco?»   
   «Qui, caro mio, da due giorni c'è un bel pasticcio.»   
   Entrò l'aiutante maggiore del reggimento e confermò la notizia portata da Žerkov. Per l'indomani c'era l'ordine di mettersi in marcia.   
   «In marcia, signori!»   
   «Sia lodato Iddio, cominciavamo a mettere radici.»   
   

   Capitolo VI   

   
   Kutuzov si ritirò verso Vienna distruggendo dietro di sé i ponti sui fiumi Inn (a Braunau) e Traun (a Linz). Il 23 ottobre le truppe russe passarono l'Ens. In pieno giorno i russi, con le salmerie, le artiglierie e le colonne di soldati s'allungavano attraverso la città di Ens, di qua e di là dal ponte.   
   La giornata era tiepida, autunnale, piovigginosa. L'ampia veduta che si apriva dall'altura dov'erano piazzate le batterie russe a difesa del ponte, a tratti si velava d'improvviso per il cadere di una pioggia obliqua, simile a una tenda di mussola, o d'improvviso si schiudeva e alla luce del sole ogni cosa risaltava di lontano, nitidissima, come se tutto fosse stato ricoperto di lacca. Ai piedi si scorgeva la cittadina con le case bianche e i tetti rossi, la cattedrale e il ponte alle cui estremità fluivano, stringendosi, le masse delle truppe russe. All'ansa del Danubio

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