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che tutte le signore di Mosca hanno stretto una congiura per assegnargli i loro figli come aiutanti.»   
   «No, promettetemelo, se no non vi lascerò andar via, m'io caro benefattore.»   
   «Papà,» ripeté la bellissima con lo stesso tono, «arriveremo in ritardo.»   
   «Ebbene, au revoir, arrivederci. Come vedete...»   
   «Allora, domani ne parlerete all'imperatore?»   
   «Domani, senza fallo. Ma per Kutuzov non prometto.»   
   «No, promettete, promettete, Basile,» supplicò alle sue spalle Anna Michajlovna, con un sorriso da giovane civetta che una volta doveva esserle abituale, ma ora si addiceva ben poco al suo viso appassito.   
   Evidentemente aveva dimenticato i suoi anni e per abitudine metteva in campo tutti gli antichi artifici femminili. Ma non appena il principe fu uscito, il suo volto assunse di nuovo l'espressione fredda e ipocrita di prima. Si avvicinò al gruppo in mezzo al quale il visconte continuava a raccontare e di nuovo fece finta di ascoltare, aspettando che venisse il momento di andarsene, dato che ormai aveva fatto ciò che doveva fare.   

   Capitolo V

   «E cosa ne dite di quest'ultima commedia du sacre de Milan?» diceva Anna Pavlovna. «Et la nouvelle comédie des peuples de Gênes et de Lucques, qui viennent présenter leurs voeux à M. Buonaparte. M. Buonaparte assis sur un trône, et exauçant les voeux des nations! Adorable! Non, mais c'est à en devenir folle! On dirait que le monde entier a perdu la tête.»   
   Il principe Andrej sogghignò, fissando in volto Anna Pavlovna.   
   «Dieu me la donne, gare à qui la touche,» disse pronunciando le parole di Bonaparte al momento dell'incoronazione. «On dit qu'il a été très beau

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