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del tutto dalle nubi, e il bel suono di quello sparo isolato e il fulgore del sole splendente si fusero in un'unica impressione di baldanzosa allegria.   
   

   Capitolo VII   

   
   Al di sopra del ponte erano già volati due colpi di cannone nemici e sul ponte c'era gran ressa di soldati, e in mezzo, sceso da cavallo, addossato con il suo grande corpo al parapetto, c'era il principe Nesvickij. Ridacchiando guardava il suo cosacco, a qualche passo dietro di lui con i due cavalli alla briglia. Ogni volta che il principe Nesvickij voleva spostarsi in avanti, soldati e salmerie premevano su di lui, sospingendolo di nuovo contro il parapetto; e a lui non restava altro da fare che sorridere.   
   «Ma che razza d'individuo sei, tu,» disse il cosacco a un soldato delle salmerie, il quale con il suo carro andava addosso alla fanteria che si accalcava proprio contro le ruote e i cavalli, «che razza d'individuo sei! Non puoi aspettare un momento? Non vedi che deve passare un generale?»   
   Ma il conducente, senza badare a quel titolo di generale, gridava contro i soldati che gli sbarravano la strada:   
   «Ehi, paesani! Tenetevi a sinistra, fermatevi!»   
   Ma i paesani, stringendosi spalla a spalla, imbarazzati delle baionette e avanzando senza sosta, si muovevano lungo il ponte in massa compatta. Il principe Nesvickij guardando giù dal parapetto, vedeva le onde rapide, rumoreggianti ma poco profonde dell'Ens che, fondendosi, increspandosi e vorticando intorno ai piloni del ponte si succedevano l'una all'altra. Guardando sul ponte, egli vedeva le onde altrettanto vive e uguali dei

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