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consegnato e lasciato nelle mani indifferenti del ministro della guerra e dell'ossequioso aiutante tutto l'entusiasmo e la felicità procuratigli dalla vittoria. L'intero corso dei suoi pensieri mutò: la battaglia gli parve un vecchio ricordo lontano.   
   

   Capitolo X   

   
   A Brünn il principe Andrej si fermò in casa di un suo conoscente, il diplomatico russo Bilibin.   
   «Ah, caro principe, nessun ospite mi sarebbe più gradito,» disse Bilibin uscendo incontro al principe Andrej. «Franz, le cose del principe in camera mia,» si rivolse al domestico che aveva accompagnato Bolkonskij. «Dunque, siete messaggero di vittoria? Magnifico. Io invece, come potete vedere, sono ammalato.»   
   Dopo essersi lavato e cambiato d'abito il principe Andrej entrò nel lussuoso studio del diplomatico e sedette alla tavola apparecchiata. Bilibin sedeva accanto al caminetto.   
   Il principe Andrej, che aveva alle spalle non soltanto quel viaggio ma tutta la campagna di guerra, durante la quale gli erano mancati ogni agio di comodità e di pulizia, si sentiva gradevolmente disteso, circondato da quel lusso cui era abituato fin dall'infanzia. Inoltre, dopo l'accoglienza avuta dagli austriaci, gli faceva piacere parlare, se non in russo - parlavano infatti in francese - almeno con un russo il quale, supponeva il principe Andrej, doveva condividere la stessa avversione per gli austriaci che egli, in questo momento, sentiva particolarmente viva.   
   Bilibin aveva trentacinque anni; era scapolo e apparteneva allo stesso ambiente del principe Andrej. Si erano conosciuti a Pietroburgo, ma

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