trovata e col timore di esser fatto prigioniero dei francesi lungo la strada di Krems.
A Brünn, la corte e tutto il suo seguito facevano i bagagli: i colli pesanti erano già stati spediti a Olmütz. Presso Etzelsdorf il principe Andrej sbucò sulla strada lungo la quale con gran fretta e gran disordine si andava spostando l'armata russa. La strada era così ingombra di veicoli che non era possibile procedere in carrozza. Dopo aver prelevato un cavallo e un cosacco di scorta da un comandante dei cosacchi, il principe Andrej, stanco e affamato, sorpassando le salmerie, si mise a cercare il comandante supremo e i propri bagagli. Lungo la strada lo raggiungevano le voci più funeste sulla situazione dell'armata, e lo spettacolo delle truppe che fuggivano in disordine non faceva che confermare quelle voci.
«Cette armée russe que l'or de l'Angleterre à transportée des extrémités de l'univers, nous allons lui faire éprouver le même sort (le sort de l'armée d'Ulm).» Il principe Andrej ricordava le parole del proclama di Bonaparte al suo esercito prima della campagna, e queste parole suscitavano in lui una stupita ammirazione per il geniale eroe, e al tempo stesso un sentimento d'orgoglio offeso e una speranza di gloria. «E se non restasse altro che morire?» pensava. «Ebbene, se sarà necessario, sia pure! Non morirò peggio degli altri.»
Il principe Andrej guardava con disprezzo quell'ammasso caotico e sterminato di reparti, salmerie, pezzi d'artiglieria, e ancora carriaggi di ogni tipo, che si incalzavano a vicenda e, disposti su tre, quattro file, ingombravano la strada fangosa. Da tutte le parti, davanti e alle spalle, fin dove l'orecchio poteva giungere, si udivano rumori di ruote, fragore di cassoni, di carri e di affusti di cannone, calpestio di cavalli, schiocchi di frusta, grida d'incitamento, imprecazioni di