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   «Lei dice... sì, lei dice: "Ragazza (à la femme de chambre), metti la livrée e vieni con me, dietro la carrozza, a faire des visites."»   
   A questo punto il principe Ippolit sbuffò e scoppiò a ridere molto prima dei suoi ascoltatori, cosa che produsse un'impressione poco favorevole per il narratore. Qualcuno però sorrise, e tra questi la vecchia signora e Anna Pavlovna.   
   «Lei va. D'improvviso viene forte vento. La ragazza perde suo cappello e lunghi capelli si sciolgono...»   
   A questo punto egli non seppe più contenersi; prese a ridere convulsamente riuscendo, tra uno scoppio di risa e l'altro, a dire:   
   «E tutto il mondo lo viene a sapere...»   
   Con questo terminò l'aneddoto. Benché non si capisse perché avesse voluto raccontarlo e perché si dovesse per forza raccontarlo in russo, Anna Pavlovna e altri mostrarono di apprezzare la mondana amabilità del principe Ippolit, che aveva così garbatamente ovviato alla spiacevole e per nulla cortese uscita di monsieur Pierre. Dopo l'aneddoto la conversazione si frantumò in meschine, insignificanti chiacchiere sul prossimo, sull'ultimo ballo a corte, sugli spettacoli a teatro, su quando e come ci si sarebbe riveduti.   
   

   Capitolo VI   

   
   Dopo aver ringraziato Anna Pavlovna per la sua charmante soirée gli invitati cominciarono a ritirarsi.   
   Pierre era goffo. Grosso, tarchiato, più alto della media, con enormi mani rosse, non sapeva (come si dice) entrare in un salotto e ancor meno sapeva uscirne: dire, cioè, prima d'andarsene qualcosa di particolarmente

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