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accorto che non era stato impartito alcun ordine, e che il principe Bagration si sforzava soltanto di dare l'impressione che tutto quanto si faceva per necessità, per caso e per volontà dei singoli comandanti, fosse fatto, se non per suo ordine, almeno in conformità alle sue intenzioni. Grazie al tatto di cui dava prova il principe Bagration, il principe Andrej notò che, nonostante la casualità degli eventi e la loro indipendenza dalla volontà del comandante in capo, la sua presenza agiva in modo straordinario. I comandanti che giungevano dal principe Bagration con le facce sconvolte diventavano tranquilli; i soldati e gli ufficiali lo accoglievano con gioia; la sua presenza li rianimava, ed era chiaro che davanti a lui mostravano tutto il loro valore.   
   

   Capitolo XVIII   

   
   Dopo aver raggiunto la quota più alta del nostro fianco destro il principe Bagration cominciò a scendere verso il basso, dove si udiva la sparatoria tambureggiante e non si vedeva nulla a causa del fumo della polvere. Più scendevano verso l'avvallamento, più diminuiva la visuale, mentre più vicina e tangibile si avvertiva la presenza del vero campo di battaglia. Cominciarono a incontrare dei feriti. Uno di essi, senza chepì, con la testa sanguinante, rantolava e sputava, mentre due soldati lo trascinavano sostenendolo per le ascelle. Evidentemente la pallottola l'aveva colpito in bocca o alla gola. Un altro camminava stoicamente da solo, senza fucile, urlando forte e agitando per l'acuto dolore la mano dalla quale il sangue sgorgava sul suo cappotto come da una fiasca. Il suo volto sembrava più spaventato che sofferente. Era stato ferito un minuto prima. Dopo aver attraversato la strada, cominciarono a scendere per un

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