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il fuoco. Non attese la risposta: scatarrò e poi aggiunse: «Quanta gente hanno storpiato oggi. Uno spavento!»   
   Rostov non ascoltava il soldato. Guardava i fiocchi di neve che volteggiavano sopra il fuoco e ricordava l'inverno in Russia, la sua casa calda e luminosa, la sua pelliccia soffice, la slitta veloce, il suo corpo sano, e tutto l'amore e le premure della famiglia. «Perché mai sono venuto qui?» pensò.   
   Il giorno dopo i francesi non rinnovarono l'attacco e i resti del distaccamento di Bagration si congiunsero con l'armata di Kutuzov.   
   

   PARTE TERZA –Capitolo I

   Il principe Vasilij non meditava i suoi disegni. Men che meno pensava di nuocere agli altri per trarne profitto personale. Era soltanto un uomo di mondo, che aveva successo nell'alta società e a questo successo aveva fatto l'abitudine. A seconda delle circostanze e dei suoi rapporti col prossimo, nascevano in lui progetti e piani, di cui egli stesso non si rendeva pienamente conto, ma che costituivano l'interesse esclusivo della sua vita. Nella sua mente, questi progetti e piani in corso non erano mai solo uno o due, ma decine nello stesso tempo, e mentre alcuni cominciavano soltanto a balenargli, altri venivano attuati, altri ancora accantonati. Egli non si diceva, per esempio: «Quest'uomo adesso è sulla cresta dell'onda, devo conquistarmi la sua fiducia e la sua amicizia e attraverso di lui procurarmi la concessione di una sovvenzione straordinaria,» !e nemmeno: «Ecco, Pierre è ricco, devo indurlo a sposare mia figlia e a prestarmi i quarantamila rubli che mi servono;» ma nel momento stesso in cui incontrava un uomo in auge, l'istinto gli suggeriva che costui poteva essere utile, e lui alla prima occasione se lo faceva amico, senza

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