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deliberazione, per istinto. Lo adulava, stabiliva un rapporto cordiale e alla fine gli parlava di ciò che gli stava a cuore.   
   A Mosca Pierre gli era sottomano, e il principe Vasilij trovò il modo di farlo nominare gentiluomo di camera, una qualifica che allora equivaleva al grado di consigliere di stato, e insistette affinché il giovane si recasse con lui a Pietroburgo, ospite a casa sua. Con modi in apparenza noncuranti, ma nello stesso tempo con l'assoluta certezza che così dovesse essere, il principe Vasilij fece tutto il possibile affinché Pierre sposasse sua figlia. Se il principe Vasilij avesse premeditato i suoi piani, non avrebbe potuto essere così naturale nel tratto, così semplice e familiare nei rapporti con tutti, fossero più in alto o più in basso di lui. Qualcosa lo attirava immancabilmente verso le persone più forti o più ricche, ed egli era dotato dell'arte rara di cogliere l'esatto momento in cui si deve e si può trar vantaggio dagli altri.   
   Pierre, divenuto inopinatamente il ricchissimo conte Bezuchov, dopo il recente periodo di solitudine e di spensieratezza si era trovato così occupato e a tal punto circondato di gente che soltanto quando si coricava riusciva a restare solo con se stesso. Doveva firmare carte, trattare con uffici pubblici di cui non capiva bene l'importanza, domandare sempre qualcosa al suo amministratore, recarsi nella sua tenuta presso Mosca e ricevere una quantità di persone che prima desideravano soltanto ignorare la sua esistenza e adesso si sarebbero sentite offese e amareggiate se egli avesse rifiutato di vederle. Tutti questi eterogenei personaggi - uomini d'affari, parenti, conoscenti - si mostravano in egual misura ben disposti e affettuosi con il giovane erede, e tutti erano convinti, nel modo più palese e indubitabile, delle alte qualità di Pierre. Egli si sentiva ripetere di continuo: «Con la vostra eccezionale bontà», oppure:

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