suoi occhi, che senza volerlo anche i suoi occhi miopi distinguevano la grazia viva delle spalle e del collo; ed era così vicino alle sue labbra che gli sarebbe bastato chinarsi appena per sfiorarlo. Percepiva il calore del corpo di lei, l'effluvio dei profumi e lo scricchiolio del corsetto quando lei si muoveva. Vedeva non già la sua marmorea bellezza, che faceva tutt'uno con l'abito; vedeva e sentiva tutto il fascino del corpo di lei, nascosto solo dall'abito. E avendolo visto una volta, non poté più vederla altrimenti, così come non si può più credere a un inganno quando questo è ormai svelato.
«Dunque fino ad ora non vi eravate accorto come sono bella?» sembrava dire Hélène. «Non vi eravate accorto che sono una donna? Sì, io sono una donna che può appartenere a chiunque; e anche a voi,» diceva il suo sguardo. E, nello stesso istante, Pierre sentì che Hélène non soltanto poteva, ma doveva diventare sua moglie; che non poteva essere diversamente.
In quell'istante lo seppe con la stessa sicurezza con cui l'avrebbe saputo se si fosse trovato con lei sotto il venèc. Come sarebbe successo e quando, non lo sapeva; non sapeva neppure se sarebbe stato bene (aveva persino la sensazione che, chissà perché, sarebbe stato male), ma sapeva che così sarebbe stato.
Pierre abbassò gli occhi, li alzò nuovamente e di nuovo avrebbe voluto guardarla come una bella donna, lontana, a lui del tutto estranea, come l'aveva guardata ogni giorno prima di quella sera. Ma ora non poteva più. Non ci riusciva, allo stesso modo che una persona che vede nella nebbia uno stelo di bur'jan e lo scambia per un albero, non può più, dopo essersi resa conto che si tratta di uno stelo, tornare a ravvisarvi un albero. Lei gli era terribilmente vicina. Lei aveva già un potere su di lui. E fra lei