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e lui non si frapponeva alcun ostacolo, se non gli ostacoli della sua stessa volontà.   
   «Bon, je vous laisse dans votre peut coin. Je vois que vous y êtes très bien,» disse la voce di Anna Pavlovna.   
   E Pierre, cercando con terrore di ricordarsi se per caso non avesse fatto qualcosa di sconveniente, arrossì e si guardò in giro. Gli sembrava che tutti sapessero, come lui sapeva, ciò che gli era accaduto.   
   Dopo un po' di tempo, quando si avvicinò al gruppo più numeroso, Anna Pavlovna gli disse:   
   «On dit que vous embellissez votre maison de Pétersbourg.» (Era la verità: l'architetto aveva detto ciò che era necessario fare, e Pierre, senza sapere nemmeno lui perché, aveva cominciato a restaurare la sua enorme casa di Pietroburgo.) «C'est bien, mais ne déménagez pas de chez le prince Basile. Il est bon d'avoir un ami comme le prince,» disse lei sorridendo al principe Vasilij. «J'en sais quelque chose. N'est-ce pas? E poi voi siete ancora così giovane! Avete bisogno di consigli. Non inquietatevi con me se approfitto dei miei diritti di vecchia.» Tacque come tutte le donne tacciono, aspettando un'obiezione, quando accennano alla loro età. «Se poi vi sposerete, sarà un'altra cosa.» E fuse Pierre ed Hélène in un unico sguardo.   
   Pierre non guardò Hélène, né Hélène guardò Pierre. Ma lei gli era sempre terribilmente vicina. Egli farfugliò qualcosa e si fece rosso.   
   Tornato a casa, Pierre per un pezzo non riuscì ad addormentarsi, pensando a quello che gli era accaduto. Ma che cosa gli era accaduto? Nulla. Aveva semplicemente capito che una donna che egli aveva conosciuto bambina e della quale diceva distrattamente «Sì, è bella», ogni volta che qualcuno alludeva alla bellezza di Hélène, poteva appartenergli.   

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