necessario evitarlo e andarsene - Pierre, non si era tuttavia deciso a lasciare la casa del principe Vasilij e con spavento aveva compreso che di giorno in giorno agli occhi della gente, egli andava sempre più legandosi a lei, che non era più assolutamente in grado di tornare all'opinione che di Hélène aveva avuto e che da Hélène non riusciva neppure a staccarsi. Per quanto orribile, avrebbe unito a lei il proprio destino. Forse sarebbe ancora riuscito ad astenersene, ma non passava giorno senza che in casa del principe Vasilij (che pure di rado dava ricevimenti) non ci fosse una serata alla quale Pierre doveva presenziare se non voleva turbare la gioia generale e deludere l'aspettativa di tutti. Nei rari momenti in cui era a casa, il principe Vasilij, passando accanto a Pierre, lo tirava per un braccio verso il basso, porgendo distrattamente al suo bacio la guancia rugosa e rasata, e gli diceva: «a domani», oppure: «andiamo a pranzo assieme, altrimenti non riesco a vederti», oppure: «resto apposta per te», e così via. E anche se il principe, quando restava apposta (come diceva), non scambiava con lui nemmeno due parole, Pierre non aveva la forza di deludere la sua attesa. Ogni giorno egli si ripeteva sempre la stessa cosa: «Devo decidermi a fare uno sforzo per capirla, e darmi una risposta: chi è lei, in fin dei conti? Mi sbagliavo prima o mi sbaglio adesso? No, lei non è una stupida; no, è una ragazza meravigliosa!» si diceva talvolta. «Non sbaglia mai in nulla, non ha mai detto niente di stupido. Parla poco, ma quello che dice è sempre semplice e chiaro; dunque, non è stupida. Non si è turbata e non si turba mai. Dunque, non è cattiva!» Spesso gli accadeva di mettersi a parlare con lei, di pensare ad alta voce, e ogni volta lei gli rispondeva con una osservazione breve ma pertinente, e che dimostrava come la cosa per lei fosse senza interesse; oppure con un sorriso silenzioso e con uno sguardo che più eloquentemente