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genere. Lanciò uno sguardo al viso di lei. Hélène gli si avvicinò. Il viso di lei si fece di porpora.   
   «Togliete questi... questi...» disse Hélène indicando gli occhiali.   
   Pierre si tolse gli occhiali; e nei suoi occhi, oltre all'espressione strana che hanno sempre gli occhi dei miopi quando si levano gli occhiali, c'era uno sguardo sgomento e interrogativo. Avrebbe voluto chinarsi sulla mano di Hélène e baciarla, ma lei, con un movimento affrettato e maldestro del capo, gli colse al volo le labbra e le congiunse con le sue. Il viso di Hélène colpì Pierre per la sua espressione mutata, di sgradevole smarrimento.   
   «Adesso ormai è tardi, tutto è deciso. E poi io l'amo,» pensò.   
   «Je vous aime!» disse, ricordandosi che cosa bisognava dire in questi casi; ma queste parole ebbero un suono così misero che si vergognò di se stesso.   
   Un mese e mezzo dopo era sposato e prendeva dimora - felice possessore, come dicevano, di una bellissima moglie e di vari milioni - nella grande casa rimessa a nuovo dei conti Bezuchov a Pietroburgo.   
   

   Capitolo III   

   
   Nel dicembre del 1805 il vecchio principe Nikolaj Andreeviè Bolkonskij ricevette una lettera dal principe Vasilij, il quale lo informava del suo arrivo in compagnia del figlio. («Sono in viaggio per un'ispezione, e, naturalmente, cento verste non mi sgomentano, quando si tratta di venire a farvi visita, mio amato benefattore,» scriveva. «Il mio Anatol', che va a raggiungere il suo reggimento, mi accompagnerà, e io spero che voi gli consentirete di esprimervi di persona quel profondo rispetto che, a

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