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aspetto e i suoi modi. La principessina se ne rese conto e, come se volesse dimostrargli che non la sfiorava nemmeno l'idea di interessarlo, si rivolse al vecchio principe. Grazie alla vocetta della piccola principessa e al piccolo labbro rialzato sui denti e soffuso di peluria, si era accesa una conversazione generale e perfino animata. La piccola principessa aveva accolto il principe Vasilij con quel fare scherzoso a cui spesso ricorrono le persone loquaci e allegre, e che consiste nel presupporre, fra sé e la persona a cui ci si rivolge, dei rapporti di vecchia data e molti divertenti ricordi, non sempre a tutti noti, mentre in realtà tra i due non sussiste alcun ricordo del genere, come infatti non ce n'erano tra la piccola principessa e il principe Vasilij. Il principe Vasilij si uniformò volentieri a questo tono; la piccola principessa coinvolse anche Anatol', che lei quasi non conosceva, in questa rievocazione di buffi episodi mai accaduti. Anche M.lle Bourienne condivideva questi ricordi comuni e perfino la principessina Mar'ja si sentì piacevolmente attratta in quel cerchio di ricordi gioiosi.   
   «Ecco, almeno adesso disponiamo completamente di voi, caro principe,» diceva la piccola principessa, naturalmente in francese, al principe Vasilij; «non è come alle serate in casa di Annette, dove voi scappate sempre. Vi ricordate di cette chère Annette?!»   
   «Voi, però, non mettetevi a parlare di politica come Annette!»   
   «È il nostro tavolino del tè?»   
   «Oh sì!»   
   «Perché voi non venivate mai da Annette?» domandò la piccola principessa ad Anatol'. «Ah! Lo so, lo so,» disse ammiccando, «vostro fratello Ippolit mi raccontava le vostre gesta.» Ed ella lo minacciò con un dito. «Conosco le vostre scappatelle fin da quando eravate a Parigi!»   

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