«Ma sarò sola ugualmente, senza i miei amici... E poi pretende che io non abbia paura.»
Ormai la sua voce aveva un tono querulo. Il piccolo labbro le si era sollevato dando al volto un'espressione non gioiosa, ma ferina, da scoiattolo. Tacque, come trovando sconveniente parlare in presenza di Pierre della sua gravidanza, mentre proprio in ciò stava il nodo della questione.
«Eppure non capisco de quoi vous avez peur,» disse lentamente il principe Andrej senza distogliere gli occhi dalla moglie.
La principessa arrossì e agitò le mani in un gesto di sconforto.
«Non, André, je dis que vous avez tellement, tellement changé...»
«Il tuo dottore ti ha raccomandato di coricarti presto,» disse il principe Andrej. «Dovresti andare a letto.»
La principessa non disse nulla ma il labbro ombreggiato di peluria cominciò a tremare; il principe Andrej si alzò, si strinse nelle spalle e fece un giro nella stanza.
Pierre attraverso gli occhiali guardava in modo ingenuo e stupito ora lui ora la principessa, ed ebbe una mossa come se volesse alzarsi anche lui, ma poi cambiò idea.
«Che m'importa che qui ci sia monsieur Pierre,» disse a un tratto la piccola principessa e improvvisamente il suo viso grazioso si alterò in una smorfia lacrimosa. «Volevo dirtelo da molto tempo, André: perché sei così cambiato con me? Che cosa ti ho fatto? Tu parti per la guerra, e di me non hai compassione. Perché?»
«Lise!» si limitò a dire il principe Andrej; ma in questa parola c'erano preghiera, minaccia e, soprattutto, la certezza che lei si sarebbe pentita delle proprie parole. Ma la principessa frettolosa continuò: