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rivolto verso di lei, in realtà era interessato alle mosse di un piedino di M.lle Bourienne che egli nel frattempo toccava col suo piede sotto il clavicembalo. Anche M.lle Bourienne guardava la principessina, e anche nei suoi magnifici occhi c'era un'espressione nuova, per la principessina Mar'ja, un'espressione di esultanza smarrita e di speranza.   
   «Come mi vuol bene, lei!» pensava la principessina Mar'ja. «Come sono felice adesso e come potrei essere felice con una simile amica e un simile marito! Ma diventerà davvero mio marito?» pensava, non osando guardare la faccia di lui, ma continuando a sentire quello sguardo posato su di lei.   
   La sera, quando dopo cena si accinsero a ritirarsi, Anatol' baciò la mano della principessina. Nemmeno lei sapeva come ne avesse avuto l'ardire, ma guardò apertamente il bellissimo viso che si era avvicinato ai suoi occhi di miope. Dopo, egli si chinò sulla mano di M.lle Bourienne (era sconveniente, ma lui faceva tutto con assoluta sicurezza e semplicità); e M.lle Bourienne si fece di porpora e gettò un'occhiata sgomenta alla principessina.   
   «Quelle delicatesse,» pensò la principessina. «Possibile che Amélie (era il nome di M.lle Bourienne) pensi che io possa esser gelosa di lei e non apprezzi il suo affetto così puro e la sua devozione verso di me?» Si accostò a M.lle Bourienne e la baciò forte. Nel frattempo Anatol' si accingeva a baciare la mano della piccola principessa.   
   «Non, non, non! Quand votre père m'écrira que vous vous conduisez bien, je vous donnerai ma main à baiser. Pas avant.»   
   Sollevò la piccola mano, e sorridendo ella uscì dalla stanza.   
   

   Capitolo V   

   

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