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la mano a Dolgorukov e a Bilibin.   
   Mentre rientravano, il principe Andrej non seppe trattenersi dal chiedere a Kutuzov, che sedeva in silenzio accanto a lui, che cosa ne pensasse della battaglia dell'indomani.   
   Kutuzov guardò con occhi severi il suo aiutante di campo, e dopo esser rimasto ancora qualche istante in silenzio, rispose:   
   «Penso che perderemo la battaglia. L'ho detto al conte Tolstoj e l'ho pregato di informarne l'imperatore. E che cosa credi che mi abbia risposto? Eh, mon cher général, je me mêle de riz et de côtelettes, mêlez vous des affaires de la guerre. Ecco che cosa mi hanno risposto!»   
   

   Capitolo XII   

   
   Alle dieci di sera Weirother con i suoi piani strategici si recò all'alloggio di Kutuzov, dov'era stato indetto il consiglio di guerra. Tutti i comandanti delle colonne erano stati convocati presso il comandante supremo, e, ad eccezione del principe Bagration che si era rifiutato, tutti si presentarono all'ora stabilita.   
   Weirother, che aveva assunto il ruolo di coordinatore dell'imminente battaglia, con la sua vivacità e i suoi mezzi spicci produceva un netto contrasto con lo scontento e assonnato Kutuzov, che svolgeva di malavoglia la parte di capo e di responsabile del consiglio di guerra. Weirother si sentiva palesemente alla testa di un movimento ormai divenuto inarrestabile. Era come un cavallo attaccato alle stanghe e lanciato al galoppo giù per la china. Non sapeva se trainasse o sospingesse, ma correva il più possibile, non avendo il tempo, ormai, di esaminare dove lo portasse quel movimento. Quella sera Weirother si era recato due volte a

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