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braccioli, e quasi dormiva. Al suono della voce di Weirother aprì con sforzo il suo unico occhio.   
   «Sì, sì, per favore, altrimenti si fa tardi,» disse. Annuì con un cenno del capo e lo lasciò di nuovo cadere e chiuse l'occhio.   
   Se in un primo momento i membri del consiglio credevano che Kutuzov fingesse di dormire, i suoni che egli emetteva col naso nel corso della lettura che seguì, valsero a dimostrare che in quel momento per il comandante supremo si trattava di cosa ben più importante che il desiderio di dimostrare il suo disprezzo per le «disposizioni» o per qualsivoglia altra cosa: per lui si trattava dell'improrogabile soddisfacimento di un bisogno umano: il sonno. Kutuzov, dormiva davvero. Weirother, col gesto di una persona troppo occupata per perdere anche un solo minuto di tempo, gettò un'occhiata a Kutuzov e, convintosi che dormiva, prese un incartamento e cominciò a leggere a voce alta e monotona le «disposizioni» della futura battaglia il cui titolo - egli non mancò di leggerlo - era: «Disposizione per l'attacco alla posizione nemica dietro Kobelnitz e Sokolnitz, 20 novembre 1805».   
   Le disposizioni erano molto difficili e complesse. Nel testo originale si leggeva:   
   «Da der Feind mit seinem linken Flügel an die mit Wald bedeckten Berge lehnt und sich mit seinem rechten Flügel längs Kobelnitz und Sokolnitz hinter die dort befindliche Teiche zieht, wir im Gegenteil mit unserem linken Flügel seinen rechten sehr debordieren, so ist es vorteilhaft letzteren Flügel des Feindes zu attakieren, besonders wenn wir dem Feind zugleich in die Flanke fallen und ihn auf der FIäche zwischen Schlapanitz und dem Türassa-Walde verfolgen können; indem wir dem Defileen von Schlapanitz und Bellowitz ausweichen, welche die feindliche Front decken.

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