Indice   [800x750]    Website Info


sarebbe stata potersi liberare di tutto questo; Dolochov avrebbe potuto liberarlo da quella vergogna e da quell'angoscia, egli se ne rendeva conto; e invece eccolo giocare con lui come il gatto gioca col topo.   
   «Tua cugina...» cominciň Dolochov; ma Nikolaj lo interruppe.   
   «Mia cugina non c'entra affatto, ed č inutile che parliamo di lei!» gridň furibondo.   
   «Allora quando pagherai?» domandň Dolochov.   
   «Domani,» rispose Rostov. E uscě dalla stanza.   
   

   Capitolo XV   

   
   Dire «domani» e mantenere un tono decoroso non era stato difficile; ma tornare a casa, solo, vedere le sorelle, il fratello, la madre, il padre; confessare tutto e chiedere quel denaro al quale non aveva diritto dopo la parola d'onore che aveva dato, questo era terribile.   
   A casa nessuno dormiva ancora. La gioventů di casa Rostov, di ritorno dal teatro, aveva cenato ed ora era raccolta intorno al clavicembalo. Non appena Nikolaj entrň nella sala, fu avvolto dalla ben nota atmosfera di poesia e d'amore che quell'inverno regnava in casa loro, e che adesso, dopo la domanda di matrimonio di Dolochov e il ballo da Jogel, sembrava essersi fatta piů intensa, come l'aria prima d'un temporale, e incombere su Sonja e su Nataša. Sonja e Nataša, vestite degli abiti azzurri coi quali erano state a teatro, felici, graziose e consapevoli di esserlo, erano in piedi, e sorridevano davanti al clavicembalo. Vera era in salotto e giocava a scacchi con Šinšin. La vecchia contessa, in attesa del figlio e del marito, stava facendo un solitario insieme con una vecchia nobildonna che abitava in casa loro. Denisov, con gli occhi scintillanti e

Questo capitolo in: Inglese Francese Tedesco Avanti