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profferì in un bisbiglio:   
   «Principe, io non vi ho invitato a casa mia. Andatevene, ve ne prego, andatevene!» Balzò in piedi e spalancò la porta. «Andatevene,» ripeté, non credendo a se stesso e rallegrandosi dell'espressione di smarrimento e di paura che era apparsa sul volto del principe Vasilij.   
   «Ma che ti prende? Ti senti male, forse?»   
   «Andate!» ripeté ancora una volta Pierre con voce tremante.   
   E il principe Vasilij dovette andarsene senza aver ottenuto alcuna spiegazione.   
   Una settimana dopo, congedatosi dai nuovi amici massoni e lasciando somme cospicue per le elemosine, Pierre partì per i suoi possedimenti. I nuovi confratelli gli avevano consegnato lettere per Kiev e per Odessa, indirizzate ai massoni di quelle città, e gli avevano promesso di scrivergli e di guidarlo nella sua nuova attività.   
   

   Capitolo VI   

   
   La questione tra Pierre e Dolochov venne messa a tacere, e nonostante la severità dell'imperatore in materia di duelli né i due avversari né i loro padrini subirono alcuna conseguenza. Ma la faccenda del duello, confermata dalla rottura di Pierre con la moglie, si era propagata in società. Pierre, che veniva considerato con protettiva sufficienza quando era un figlio illegittimo, e poi era stato vezzeggiato e adulato allorché era divenuto il miglior partito di tutte le Russie, dopo il suo matrimonio, quando le ragazze da marito e le loro madri non avevano più nulla da aspettarsi da lui, era molto scaduto nell'opinione della buona società, tanto più che Pierre non sapeva e non desiderava fare alcuno

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