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per voi. Tu l'as voulu, George Dandin. Sì, è tutto quello che possiamo dire.» Ecco che cosa indicava il termometro politico alla serata di Anna Pavlovna. Quando Boris, colui che doveva essere «elargito» agli invitati, entrò nel salotto quasi tutti gli invitati vi erano già riuniti e la conversazione, diretta da Anna Pavlovna, verteva sulle nostre relazioni diplomatiche con l'Austria e sulla speranza di un'alleanza con la stessa.   
   Boris si era fatto più uomo, e appariva fresco e colorito. Vestito della sua elegantissima uniforme d'aiutante di campo, entrò disinvolto nel salotto e venne condotto, come d'uso, a salutare la zietta, per poi essere ammesso nel circolo generale.   
   Anna Pavlovna gli diede da baciare la sua manina asciutta e lo presentò ad alcune persone che egli non conosceva descrivendogliele una per una in un bisbiglio.   
   «Le prince Hyppolite Kouraguine: charmant jeune homme. Monsieur Krug, chargé d'affaires de Kopenhague: un esprit profond,» e, semplicemente: «Monsieur Shitoff, un homme de beaucoup de mérite,» a proposito di colui che fruiva di tale appellativo.   
   In quell'ultimo periodo del suo servizio, grazie alle brighe di Anna Michajlovna, alle sue stesse inclinazioni e alle qualità del suo carattere riservato, Boris era riuscito a mettersi nella posizione più vantaggiosa. Egli era aiutante di campo di un personaggio molto altolocato, gli era stata affidata una missione molto importante in Prussia e ne era appena ritornato in qualità di corriere. Aveva perfettamente assimilato i principi di quella gerarchia non scritta che tanto gli era piaciuta a Olmütz e in base alla quale un alfiere può stare, senza possibilità di confronto, più in alto di un generale, mentre per aver successo in servizio non servono gli sforzi, le fatiche, il valore, la costanza, ma

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