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consueto sorriso.   
   «Il faut absolument que vous veniez me voir,» disse, in un tono da lasciar intendere che, per certe considerazioni che egli non poteva conoscere, la cosa fosse assolutamente necessaria. «Mardi entre huit et neuf heures. Vous me ferez grand plaisir.»   
   Boris promise di aderire al suo desiderio, e avrebbe voluto mettersi a conversare con lei, ma Anna Pavlovna lo chiamò col pretesto che la zietta desiderava ascoltarlo.   
   «Conoscete suo marito, vero?» disse Anna Pavlovna, chiudendo gli occhi e indicando Hélène con un gesto malinconico. «Ah, che donna incantevole! E così sfortunata! Non parlate di lui in sua presenza, ve ne prego, non parlatene. Le riuscirebbe troppo penoso!»   
   

   Capitolo VII   

   
   Quando Boris e Anna Pavlovna fecero ritorno alla cerchia degli invitati, il principe Ippolit dominava la conversazione. Questi, spostandosi in avanti sulla poltrona, esclamò:   
   «Le Roi de Prusse!» E subito dopo scoppiò a ridere. Tutti si volsero verso di lui.   
   «Le Roi de Prusse?» domandò allora Ippolit. Di nuovo rise e di nuovo, con la faccia tornata seria e tranquilla, si sprofondò nella sua poltrona.   
   Anna Pavlovna attese ancora un poco, ma, poiché decisamente non sembrava che Ippolit volesse aggiungere altro, cominciò a raccontare di come, a Potsdam, quell'ateo di Bonaparte avesse sottratto la spada di Federico il Grande.   

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