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Magnièkij, vi comunicherò le cose che vi stanno a cuore, e inoltre avrò il piacere di conversare più diffusamente con voi.»   
   Chiusi gli occhi, s'inchinò e, à la française, senza congedarsi e cercando di passare inosservato, uscì.   
   

   Capitolo VI   

   
   Nei primi tempi della sua presenza a Pietroburgo il principe Andrej aveva la sensazione che tutto il suo ordine di idee, elaborato nel corso della sua vita solitaria, veniva del tutto sommerso dalle piccole preoccupazioni che nella capitale finivano per assorbirlo completamente.   
   Ogni sera, tornando a casa, prendeva nota nel suo taccuino di quattro o cinque visite indispensabili o di rendez-vous e delle ore stabilite. Il meccanismo della vita, la distribuzione della giornata elaborata in modo da poter arrivare in tempo in ogni luogo, gli sottraevano la maggior parte della sua energia. Non faceva nulla, non pensava a nulla e non aveva il tempo per pensare; parlava soltanto, e parlava con successo di ciò che aveva avuto modo di maturare nella mente, in campagna.   
   A volte si accorgeva con disappunto di aver ripetuto le stesse argomentazioni parlando nella stessa giornata in differenti gruppi di persone. Ma era così occupato tutto il giorno, che non riusciva a pensare al fatto che non pensava a nulla.   
   Speranskij, come nel corso del suo primo incontro con lui in casa del conte Koèubej, anche dopo, quel mercoledì successivo a casa sua, dove parlò a lungo e confidenzialmente con lui a tu per tu, produsse nel principe Andrej una forte impressione. Egli considerava spregevole e insignificante un così alto numero di persone, aveva tanta voglia di

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