francese e un gran numero di persone note per la loro intelligenza e cortesia, che appartenevano a quella corrente.
Hélène si era trovata a Erfurt all'epoca del celebre incontro tra i due imperatori e di là aveva recato quelle relazioni con tutte le celebrità napoleoniche d'Europa. A Erfurt aveva avuto un magnifico successo personale. Napoleone in persona, notandola a teatro, aveva detto: «C'est un superbe animal.» Il suo successo di donna bella ed elegante non aveva sorpreso Pierre, perché col passare degli anni lei era diventata ancora più bella di prima. Ma ciò che lo stupiva era il fatto che in quei due anni sua moglie fosse riuscita ad acquistare la reputazione d'une femme charmante, aussi spirituelle que belle. Il celebre prince de Ligne le scriveva lettere di otto pagine. Bilibin teneva in riserbo i suoi mots per dirli la prima volta in presenza di Hélène. Essere ricevuti nel salotto della contessa Bezuchova era considerato un diploma d'intelligenza; i giovani leggevano dei libri prima delle serate da Hélène per parlarne poi nel suo salotto e i segretari d'ambasciata e perfino gli ambasciatori le confidavano i segreti diplomatici, sicché Hélène era, in certo qual modo, una potenza. Pierre, che sapeva quanto Hélène fosse stupida, a volte presenziava con una strana sensazione di perplessità e di timore alle sue serate e ai suoi pranzi, dove si parlava di politica, di poesia e di filosofia. A queste serate provava la stessa sensazione che, verosimilmente, prova un prestigiatore il quale ogni volta si aspetta che da un momento all'altro i suoi trucchi vengano scoperti. Ma, fosse perché per tenere un salotto del genere occorre proprio la stupidità, fosse perché gli stessi ingannati traevano piacere dall'inganno stesso, l'inganno non veniva scoperto e la reputazione di femme charmante et spirituelle si consolidò in forma così definitiva attorno alla persona di