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Hélène Vasil'evna Bezuchova, che ella poteva dire le più grosse banalità, le più emerite sciocchezze e tutti egualmente si entusiasmavano di ogni sua parola e vi cercavano significati profondi che lei non aveva nemmeno sospettato.   
   Pierre era appunto il marito che occorreva a quella brillante donna di mondo. Era lo stravagante distratto, il marito grand seigneur che non dava fastidio a nessuno; e non soltanto non sciupava l'atmosfera generale d'alto tono del salotto, ma, in virtù del contrasto che produceva con l'eleganza e il garbo della moglie, creava uno sfondo a lei molto vantaggioso. In conseguenza del suo denso e costante occuparsi di interessi immateriali e al suo sincero disprezzo per tutto il resto, in quegli ultimi due anni Pierre aveva assunto, nell'ambiente di sua moglie che non lo interessava, quel tono d'indifferenza, di noncuranza e di condiscendenza verso tutti che non si può acquisire con l'artificio e che, chissà perché, suscita un involontario rispetto. Entrava nel salotto di sua moglie come se fosse entrato in un teatro: conosceva tutti, con tutti si mostrava egualmente lieto e verso tutti era egualmente indifferente. A volte s'immischiava in una conversazione che lo interessava, e allora, senza considerare se fossero presenti o meno les messieurs de l'ambassade, esprimeva balbettando le sue opinioni che talvolta apparivano del tutto inadatte alla circostanza. Ma l'opinione comune sullo stravagante marito de la femme la plus distinguée de Pétersbourg era ormai così radicata, che nessuno prendeva aux sérieux le sue uscite.   
   Fra i molti giovani che frequentavano ogni giorno il salotto della contessa, Boris Drubeckoj, che aveva già conseguito molti successi nella sua carriera, dopo il ritorno di Hélène da Erfurt, era diventato la persona più intima di casa Bezuchov. Hélène lo chiamava mon page e lo

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