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svolgevano il loro ruolo veloci, leggeri, come autonomi da lei, e il suo viso appariva raggiante di una felicità estatica. Il suo collo e le sue braccia, così denudati, erano magri e poco attraenti. In confronto alle spalle di Hélène, le sue spalle erano gracili, il seno indefinito, le braccia esili, ma su Hélène era come se i mille sguardi che erano scivolati sul suo corpo avessero lasciato una specie di lacca, mentre Nataša pareva una ragazza che per la prima volta fosse stata spogliata e certo si sarebbe vergognata moltissimo se non fosse stata persuasa che così bisognava fare.   
   Al principe Andrej piaceva ballare. Voleva liberarsi al più presto delle conversazioni politiche e intellettuali con le quali tutti gli si rivolgevano; voleva infrangere il più presto possibile quel senso fastidioso di soggezione dovuto alla presenza del sovrano cosicché aveva deciso di ballare, e aveva scelto Nataša sia perché gliela aveva indicata Pierre, sia perché era stata la prima donna graziosa cadutagli sotto gli occhi. Ma non appena aveva cinto quella vita esile e flessuosa e lei aveva cominciato a muoversi così vicino a lui, a sorridere così vicina, l'aroma di quella grazia giovanile gli salì alla testa. Quando, riprendendo fiato e staccandosi da lei, si fermò e prese a guardare le altre coppie che ballavano, si sentì ravvivato e subitamente ringiovanito.   
   

   Capitolo XVII   

   
   Dopo il principe Andrej a Nataša si avvicinò Boris e la invitò a ballare; venne anche quell'aiutante di campo, abile ballerino, che aveva aperto le danze, poi altri giovani; e Nataša, passando a Sonja i cavalieri che aveva di troppo, felice e accesa in volto, durante tutta la sera non

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